Quando si pensa all’Egitto il pensiero corre alle sue splendide spiagge, al Mar Rosso, ai resort di lusso, alla sua storia millenaria, le piramidi, i faraoni e la sfinge e ancora il Nilo, il conflitto tra Egitto e Roma, Cleopatra e la passione travolgente con Antonio. Ebbene, parto con tutti questi pensieri in testa e poi questo è uno dei primi viaggi family per cui sono particolarmente entusiasta. Arrivati a Il Cairo ad accoglierci troviamo un mondo totalmente alla rovescia dove l’unica regola è che non ci sono regole. Tassisti contromano, clacson che suonano di continuo, pastori con greggi di pecore tra i vicoli, sabbia, smog e calura rendono l’aria pesante e grigia, e poi attraversamenti pazzi da una corsia all’altra facendo zig e zag tra le auto che non ci pensano proprio a fermarsi e tanta cordialità da parte del popolo egiziano. Nonostante questo delirio dilagante è una città che diverte e a suo modo è abbastanza sicura. Come in tutte queste grandi metropoli ci sono le zone ricche e ben tenute e quelle tipo favela, polverose, sporche e trafficate. Per girare la città stavolta abbiamo preferito prendere una guida, soprattutto per il gap della lingua, nelle zone popolari del Cairo quasi nessuno parla inglese.
I taxi…Prendere un taxi al Cairo è sempre un’avventura, potrebbe rivelarsi divertente, interessante o il vostro più brutto ricordo 🙂
Iniziamo il nostro tour andando al Museo Egizio del Cairo. Entrarci è come fare un salto in oltre 5.000 anni di storia tante sono le meraviglie che conserva tra cui il tesoro e il sarcofago del faraone Tutankhamon con sopra la sua maschera funeraria, entrambi d’oro massiccio.
Ci attendono ancora tante cose da vedere: la Moschea di Muhammad Ali, “cosiddetta” la moschea di Alabastro, la più visitata dell’intero Egitto, la coreografica e fortificata Cittadella di Saladino, posta sulla collina del Muqaṭṭam, il quartiere e il mercato di Khan el-Khalili, le Piramidi, il deserto e la Sfinge
Lampade colorate, spezie, profumi, strumenti musicali, abiti per la danza del ventre, oggetti di artigianato, stoffe e ogni sorta di souvenir egiziani… negli stretti vicoli del suq di Jan el-Jalili .
Per raggiungere le piramidi attraversiamo il quartiere di Giza, lungo la strada scorgiamo delle lapidi, la nostra guida ci informa che è un cimitero islamico antico di Al-Qarāfa, chiamato la “Città dei morti”, perché all’interno, in un fitto reticolo di tombe, mausolei e monumenti funebri vivono circa mezzo milione di persone se non più. Uno spazio in cui la vita e la morte si abbracciano creando un mondo alternativo che, per molti, è l’unico conosciuto.
Percorriamo, così, la strada delle piramidi che collega il centro città alla valle di Giza che prende il nome proprio dall’omonimo quartiere, questo paradiso delle meraviglie che ospita le celebri sagome delle piramidi e la grande statua della sfinge veri simboli dell’egitto dalla notte dei tempi. Qui furono sepolti i tre faraoni Cheope, Chefren e Micerino. Oltre queste tre grandi piramidi, nella valle, ci sono quelle minori delle regine, alcune rampe processionali, sepolture di alti funzionari e membri delle famiglie reali.
La piramide di Cheope è una delle 7 meraviglie del mondo antico conosciuta anche come grande piramide di Giza. La riflessione di come qualche migliaio di anni fa gli uomini, con la sola forza delle braccia, abbiano potuto spostare per chilometri pesi di decine di tonnellate, sorge spontanea. E poi c’è lei, la Sfinge, simbolo iconico dell’intero Egitto. Si racconta che ci siano numerosi passaggi nascosti all’interno del monumento. Al giorno d’oggi se ne conosce solo uno dietro la testa scoperto nel 1837.
A Menfi, poco lontano dal Cairo, si conserva da circa 3000 anni la statua in calcare del Faraone Ramses II. Di dimensioni enormi, nonostante la mancanza di parte delle gambe e del piedistallo, raggiunge i 10 metri di altezza. Continuiamo la visita alla necropoli di Saqqara, uno dei più importanti siti di sepoltura dell’antico Egitto, tra i monumenti spicca la piramide a gradoni di Djoser, la più antica tra quelle finora rinvenute. I più temerari tra noi, cioè tutti, escluso io, sono entrati dentro il cuore della piramide attraverso un percorso angusto che richiede in alcuni tratti di avanzare carponi per arrivare alla camera tombale di circa 3000 anni.
Il quartiere copto del Cairo è la zona cristiana della capitale, qui si trovano tantissimi monumenti cristiani, tra cui la sinagoga ebraica di Ben Ezra, la più antica di tutto il Cairo, i resti dell’antica fortezza conosciuta come Babilonia, la famosa Chiesa Appesa, o chiesa della Vergine Maria, e un museo copto unico nel suo genere, dedicato a questa cultura quasi estinta.
Alla fine ci concederemo una pausa rilassante a bordo di una feluca, la tradizionale barca a vela. Navigare lungo lo stesso fiume che Cleopatra fece tanti secoli fa è veramente un’esperienza imperdibile..
Si fa ritorno a casa con alcune riflessioni. Il Cairo è un viaggio fuori dagli itinerari classici. L’impatto con la realtà, nella coesistenza degli aspetti più contraddittori, è spiazzante. La condizione umana del Cairo trasuda dalle pietre, dalle case, quasi tutte incompiute e miste a sabbia e quella tinta ocra quasi fosse un marchio indelebile di proprietà del deserto. Un luogo feroce e meraviglioso, dove sono compresenti antico e nuovo, ricco e povero, mendicante e militare, laico e islamista. Luoghi da Mille e una Notte confinano con quartieri dove macerie e immondizia, asini, cani, bancarelle e tralicci si mescolano senza soluzione di continuità. Tutto insieme. Tutto senza filtro. Inutile cercare di capire, piuttosto lasciarsi invadere, registrare nello sguardo, nell’olfatto, nel tatto, nell’udito, quello che arriva.
Il Cairo, con le sue contraddizioni e i suoi contrasti, è una terra che incanta, e non subirne il fascino è praticamente impossibile.